Nell’update di questo mese, abbiamo il piacere di condividere una delle più straordinarie storie con le quali ci siamo imbattuti negli ultimi mesi di lavoro.
Nel Febbraio 2010, la 39enne atleta per passione Kate Allatt è stata vittima di un grave ictus celebrale. Al suo risveglio dal coma indotto nella quale fu mantenuta per qualche giorno, le venne diagnosticata la sindrome di Locked-In (LIS), una condizione particolarmente difficile caratterizzata dalla totale impossibilità di controllare il proprio corpo a discapito d’un livello molto alto di coscienza ed attività celebrale. Malgrado i medici avessero tristemente conformato il marito che talvolta la morte si rivela essere una liberazione per molti pazienti, per due settimane Kate ha sentito, udito e visto tutto ciò che succedeva nella sua stanza senza poter comunicare con familiari e medici. Fu un’amica che un giorno si rese conto che Kate stava cercando di comunicare sbattendo le palpebre, unica parte del corpo di cui aveva recuperato il momentaneo controllo. Per mesi, Kate rimase in Terapia Intensiva vittima di allucinazioni e incubi, assediata da paure, noia, silenzio, solitudine e tanto dolore.
Kate rappresenta una dei rari casi in cui un paziente colpito da LIS, le cui cause sono ancora poco chiare, abbia avuto un percorso riabilitativo terminato con il quasi completo recupero delle funzioni motorie e cognitive, con addirittura il ritorno all’attività sportiva. Da allora, Kate è diventata un’attivista ed uno dei simboli più importanti delle campagne di sensibilizzazione per questa condizione rara, attirando l’attenzione sull’importanza di garantire una stimolazione fisica ed emozionale constante ai pazienti durante la loro degenza come un bisogno ed un diritto umano fondamentale. Per maggiori informazioni vi invitiamo a visionare il suo discorso a TEDx Talk nel 2015, ancora oggi disponibile su YouTube.
Quasi per caso, la famiglia di Kate la mise in contatto con il Team fondatore di FamilyPlug, la cui missione di connettere pazienti e famiglia attraverso una piattaforma digitale permise di instaurare un solido rapporto di collaborazione che dura ancora oggi.
Per citare Kate, “l’App FamilyPlug è nata per dare risposta ad uno dei più basilari bisogni dell’uomo e ricevere un supporto costante dalla mia famiglia e dai miei amici mi sarebbe stato di grandissimo aiuto. FamilyPlug si base su una tecnologia avanzata ma semplice, la quale non necessità di nessuna interazione esterna per consegnare messaggi audio e video a pazienti in stato di immobilità fisica. Assieme a FamilyPlug faremo lunga strada assieme, abbiamo tanta gente da aiutare”.
Ad oggi, il Team di FamilyPlug e Kate lavorano ancora assieme per sensibilizzare famiglie e medici sull’importanza della comunicazione durante gli stati di degenza nonché per alleviare le sofferenze di chi deve vivere con queste gravi condizioni.